Grotta degli Occhi e Grotta del Sangue Difficoltà: Bassa Profondità max: -15 Luogo:
 

E’ difficile dimenticare questa immersione perché la sagoma dei due ingressi superiori paralleli, che danno il nome di Grotta degli Occhi, rimane impressa anche al subacqueo più distratto. La profondità massima è di 15 mt. dove entriamo nell'atrio parzialmente illuminato da due aperture superiori. Degni di nota eleganti briozoi ventaglio Hornera frondiculata e riflessi di luce. Di fronte, un ramo infangato, pericoloso e da evitare. Sul soffitto un foro permette il comodo passaggio di un subacqueo per volta dando accesso al piano superiore (-7 mt). Da questo punto si ha la migliore immagine degli occhi da cui la grotta prende luce. Si prosegue verso I'interno emergendo in due sacche subaeree che presentano un evidente collegamento con l'esterno e dove è quindi possibile scambiare due parole e vedere le singolari concrezioni coralloidi a forma di funghetto e cavolfiore. Sotto di noi una grossa stalagmite ed una nicchia laterale con stalattiti ed una mensola che rappresenta un antico livello marino. Si esce dall'occhio destro e, pinneggiando lungo la parete, si raggiunge l'ingresso della Grotta del Sangue (-7 mt), così chiamata per alcune concrezioni rosse incrostanti della parte emersa visitabile con un imbarcazione. Si tratta di una grotta marina dal tipico andamento rettilineo, con il fondo in risalita ed evidentissimi ripple marks. Essi sono il risultato dell'azione dinamica del moto ondoso che riesce a spingere più lontano solo le particelle più piccole. A conferma di ciò, l'accumulo di sabbia alla fine del percorso, -3 mt. Ben visibile è la sorgente di acqua sulfurea calda (24° C) con i bianchi filamenti di solfobatteri. Soprattutto in alta stagione stiamo attenti a non emergere perché le barche visitano continuamente la Grotta del Sangue. Da un lato parte la "variante", un tortuoso cunicolo riservato agli esperti, che porta ad un laghetto interno dove possiamo ammirare la stratificazione di antichi livelli di spiaggia. Prima di emergere, durante la tappa precauzionale, i buoni osservatori fanno conoscenza con la lumaca fogliolina Elysia timida. Tratto da: ISSD - Grotte Marine d'Italia - Memorie dell'Istituto Italiano di Speleologia 6 - Serie II Bologna 1994 - A cura di M.Alvisi, P.Colantoni, P.Forti